Un’intervista del dott Sergio La Bella con il dott. Houshang Kalamian, medico chirurgo, specialista in chirurgia generale esperto in proctologia.
Domanda: “Che cosa sono le emorroidi?”
Dott. Kalamian: “Le emorroidi sono dei vasi che irrorano il canale anale. Oltre a nutrire i tessuti, essi hanno un’importante funzione nella continenza fecale. Possono andare incontro ad infiammazione, il cui sintomo principale è il sanguinamento. In tal caso si parla di malattia emorroidaria.”
Domanda: “Quali sono le cause principali che trasformano le emorroidi normali in emorroidi infiammate?”
Dott. Kalamian: “Le cause si ritrovano in errate abitudini di vita. L’infiammazione emorroidaria colpisce frequentemente coloro che vanno molto in bicicletta o in moto. La causa, in questi casi, è attivata dalla percussione ritmica che la pedalata o il motore della moto applicano nell’area perineale. Altre cause sono la stipsi cronica, così come la diarrea o l’obesità o la gravidanza, le quali, aumentando la pressione dei vasi arteriosi addominali, possono provocare infiammazione emorroidaria.”
Domanda: “Cosa succede quando si instaura la malattia emorroidaria?”
Dott. Kalamian: “L’infiammazione del plesso emorroidario si accompagna spesso a prolasso acuto della mucosa rettale. La stadiazione della malattia prevede 4 gradi di gravità: nel primo grado abbiamo una sintomatologia lieve con sanguinamento occasionale. In questo stadio la terapia di elezione è farmacologica topica. Dal secondo grado in avanti, man mano che la gravità della malattia avanza, la terapia di elezione diventa esclusivamente chirurgica.”
Domanda: “L’attività fisica è indicata nella prevenzione della malattia?”
Dott. Kalamian: “L’attività fisica è indicata. In particolare il nuoto, le camminate. L’unica accortezza è quella di evitare la percussione delle aree perineali.”
Domanda: “Ci può dare qualche dato statistico epidemiologico?”
Dott. Kalamian: “La malattia è molto diffusa. E’ più frequente dopo i 30 anni. Si calcola che il 25% delle donne ed il 15% degli uomini dopo i 30 anni ne soffra. La maggiore incidenza presso il sesso femminile è probabilmente legato alla gravidanza.”
Domanda: “Abbiamo citato l’obesità come fattore predisponente. Qual è il meccanismo d’azione?”
Dott. Kalamian: “Le cause dirette possono essere individuate in una maggior pressione endoaddominale, una minor mobilità complessiva del soggetto, così come abitudini ad introdurre cibi facilitanti il processo infiammatorio emorroidale.”
Domanda: “Ecco, parliamo di prevenzione della malattia emorroidaria attraverso la dieta. E’ vero che vi sono dei cibi pericolosi da evitare al riguardo?”
Dott. Kalamian: “Nella prevenzione della malattia emorroidaria è importante far uso limitato di alcool, di cibi grassi, di insaccati, di spezie, in particolare di pepe. E’ bene ricordare che anche il fumo ha un’azione facilitante l’infiammazione emorroidaria.”
Domanda: “Vi sono al contrario cibi protettivi verso la malattia?”
Dott. Kalamian: “Tutti i cibi ad alto contenuto di fibra e di acqua, ovvero tutti i cibi che prevengono la stipsi.”
Domanda: “Quali sono i sintomi della malattia emorroidaria?”
Dott. Kalamian: “I sintomi sono: prurito, sanguinamento, tumefazione, dolore anale. Talvolta compare soiling, ovvero piccole perdite di materiale fecale. Talvolta compare tenesmo, che significa insufficiente svuotamento del retto. Quest’ultimo fenomeno si accompagna spesso a prolasso rettale.”
Domanda: “Come si pone la diagnosi di malattia emorroidaria?”
Dott. Kalamian: “La diagnosi si pone attraverso esame clinico con ispezione tramite anoscopia e rettoscopia. La rettoscopia è indicata per escludere altre patologie come polipi, ascessi, fistole o tumori. La diagnosi differenziale si porrà, in caso di dubbio, attraverso biopsia. In ogni caso ricordo che dopo i 50 anni è bene fare una colonscopia, almeno ogni 5 anni, se non vi sono particolari fattori di rischio.”
Domanda: “In che cosa consiste la terapia chirurgica?”
Dott. Kalamian: “Gli interventi usati in chirurgia delle emorroidi vanno dalla legatura ambulatoriale delle vene emorroidarie, dove le vene terminali vengono legate e indotte a necrotizzarsi per poi cadere; alla thd, che è un intervento chirurgico mini invasivo finalizzato alla riduzione del lume delle arterie che alimentano le emorroidi, senza rimuovere alcun tessuto; alla emorroidectomia completa con tecnica Milligan Morgan.
Nel nostro centro usiamo spesso la thd, in quanto è una tecnica poco dolorosa per il paziente, con una degenza limitata ad 1, massimo 2 giorni, con rapida ripresa delle usuali attività. Si tratta di una dearterializzazione delle emorroidi con tecnica doppler.”
Domanda: “Vi è qualche rischio di recidiva dopo la chirurgia?”
Dott. Kalamian: “Le emorroidi, come dicevamo, essendo un organo fisiologico, non possono essere asportate del tutto, anche per evitare il rischio di soiling, dunque per quanto riguarda il rischio di recidiva, sia pur remoto, esso è esistente. Il re intervento comunque non sarà mai invasivo come il primo. Si tratterà sicuramente di legatura ambulatoriale.”
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