Sindrome dell’intestino irritabile e dieta a basso contenuto di FODMAPs: come gestire l’IBS con l’alimentazione

Sindrome dell’intestino irritabile e dieta a basso contenuto di FODMAPs: come gestire l’IBS con l’alimentazione

a cura del Dr. Federico Lovison – Dietista

La Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una condizione gastrointestinale comune che può influenzare la qualità della vita. I suoi sintomi, come dolore addominale, gonfiore, crampi e alterazioni del transito intestinale (diarrea, stitichezza o alternanza tra i due), sono spesso difficili da diagnosticare, poiché non sono legati a danni strutturali evidenti all’intestino. Tuttavia, una diagnosi corretta è fondamentale per distinguere l’IBS da altre patologie, come le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) o la celiachia, che richiedono trattamenti e approcci alimentari molto diversi.
Cos’è la Sindrome dell’Intestino Irritabile?
L’IBS è un disturbo funzionale, il che significa che il funzionamento dell’intestino è alterato, ma non ci sono danni visibili o infiammazioni. I sintomi più comuni includono:
– Dolore e crampi addominali, che solitamente migliorano dopo la defecazione.
– Alterazioni del transito intestinale, con episodi di diarrea, stitichezza o una combinazione di entrambi.
– Gonfiore e sensazione di pienezza addominale, spesso associata a meteorismo.
– Presenza di muco nelle feci.
Sebbene la causa esatta dell’IBS non sia ancora completamente compresa, fattori come stress, dieta e disbiosi intestinale sono considerati tra i principali contributori. Per una diagnosi accurata, è importante escludere altre condizioni, come infezioni gastrointestinali, intolleranze alimentari (ad esempio al lattosio o al glutine), o malattie infiammatorie come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.
IBS vs colite: le differenze
La colite è un’infiammazione cronica dell’intestino che può provocare danni fisici, come ulcere e lesioni, ed è associata a malattie come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Queste condizioni sono caratterizzate da sintomi come diarrea cronica, presenza di sangue nelle feci, febbre, perdita di peso e stanchezza.
Al contrario, l’IBS è un disturbo funzionale che non causa danni visibili all’intestino. Sebbene i sintomi possano sovrapporsi, la colite è un’infiammazione vera e propria, mentre l’IBS è un problema di sensibilità intestinale. La diagnosi dell’IBS si basa su criteri funzionali, come quelli previsti dalla classificazione di Roma IV, e viene fatta escludendo altre patologie attraverso esami del sangue, analisi delle feci e, se necessario, endoscopie.
Dieta a Basso Contenuto di FODMAPs: il trattamento più efficace per l’IBS
Una delle strategie più efficaci per alleviare i sintomi dell’IBS è seguire una dieta a basso contenuto di FODMAPs. FODMAP è un acronimo che sta per “Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols”, ovvero carboidrati a catena corta che sono difficili da digerire per alcune persone, causando gonfiore, gas e alterazioni del transito intestinale.
La dieta a basso contenuto di FODMAPs prevede l’eliminazione temporanea di alimenti che contengono questi carboidrati, come cipolle, aglio, cavoli, legumi, mele e pere, e viene seguita per un periodo limitato (da 4 a 8 settimane) per ridurre i sintomi. Successivamente, si passa a una fase di reintroduzione, in cui gli alimenti vengono reintegrati gradualmente per capire quali possono essere tollerati senza scatenare problemi.
Questa dieta non è destinata a essere seguita per tutta la vita, ma è un approccio a breve termine per identificare i cibi che causano disagio e migliorare i sintomi. Gli studi dimostrano che circa il 70% delle persone con IBS riscontra un miglioramento significativo dei sintomi seguendo la dieta a basso contenuto di FODMAPs.
Come funziona la dieta a basso contenuto di FODMAPs?
La dieta low-FODMAP si articola in due fasi principali:
Fase di eliminazione: Si evita l’assunzione di alimenti ad alto contenuto di FODMAPs per un periodo di 4-6 settimane. Questo aiuta a ridurre i sintomi gastrointestinali.
Fase di reintroduzione: Dopo la fase di eliminazione, si reintroducono gradualmente i diversi gruppi di FODMAPs per determinare quali alimenti sono tollerati senza causare sintomi. Questa fase è essenziale per personalizzare la dieta in base alla risposta del corpo.
Durante la fase di eliminazione, è importante seguire una dieta bilanciata che includa alimenti nutrienti e adatti a ridurre i sintomi. Alcuni degli alimenti adatti in questa fase includono carne magra, pesce, riso, patate, verdure a basso contenuto di FODMAPs come zucchine, carote, e spinaci, e frutta come banane e uva.

Esempio di ricetta low FODMAP: frittata con uova, patate e spinaci
Una ricetta semplice e gustosa per chi soffre di IBS è una frittata preparata con ingredienti a basso contenuto di FODMAPs.
Per prepararla, avrai bisogno di:
4 uova
150 g di patate (lavate e sbucciate)
70 g di spinaci freschi
Formaggio senza lattosio (a piacere)
Sale, pepe, erba cipollina
Olio extravergine d’oliva
Preparazione:
Cuoci le patate a vapore per preservarne la consistenza.
Nel frattempo, salta gli spinaci in padella con un po’ d’olio per eliminare l’acqua in eccesso.
In una ciotola, sbatti le uova con sale, pepe, erba cipollina e formaggio senza lattosio sbriciolato.
Aggiungi le patate cotte e gli spinaci alla miscela di uova.
Cuoci il composto in padella, girando delicatamente la frittata per farla dorare uniformemente.
Questa ricetta è perfetta per chi cerca un pasto nutriente e facilmente digeribile senza rinunciare al gusto.

Integratori e diario alimentare
Oltre alla dieta, alcuni integratori possono essere utili nella gestione dell’IBS. Tra questi ci sono gli enzimi digestivi, come la lattasi (per chi ha difficoltà a digerire il lattosio) e l’alfa-galattosidasi (utile per digerire i galatto-oligosaccaridi nei legumi). Inoltre, i probiotici possono migliorare l’equilibrio della flora intestinale, favorendo una digestione più efficiente.
Un altro strumento utile per monitorare i sintomi è il diario alimentare. Annotando i cibi consumati e i sintomi correlati, è possibile individuare quali alimenti peggiorano la condizione e personalizzare la dieta in base alle proprie esigenze.
La gestione dell’IBS richiede un approccio personalizzato che comprenda una diagnosi accurata, l’eliminazione dei cibi che causano fastidi, e l’adozione di abitudini alimentari sane. La dieta a basso contenuto di FODMAPs è uno degli approcci più efficaci per ridurre i sintomi gastrointestinali, ma è fondamentale lavorare a stretto contatto con un medico o un nutrizionista per seguire il percorso migliore per ogni singolo caso. Con il giusto supporto e un’alimentazione equilibrata, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita di chi soffre di IBS.

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