Il disincanto giovanile dalla politica

Il disincanto giovanile dalla politica

Negli ultimi decenni, le nuove generazioni hanno sviluppato un crescente disincanto nei confronti della politica tradizionale. Questo fenomeno, che attraversa in modo trasversale diverse demografie e culture, ha radici complesse che vanno ricercate nei cambiamenti sociali, economici e culturali che hanno caratterizzato la nostra epoca. Il disincanto verso la politica non è semplicemente una questione di indifferenza, ma rappresenta una forma di protesta silenziosa che denuncia il fallimento delle istituzioni politiche nel rispondere alle sfide del mondo contemporaneo.

Uno dei motivi principali del disincanto delle nuove generazioni verso la politica risiede nella crisi della rappresentanza. Negli ultimi anni, i partiti tradizionali, che storicamente avevano il compito di rappresentare le diverse istanze sociali, sono diventati sempre più lontani dalla realtà quotidiana dei giovani. Lontano dalle preoccupazioni genuine di una generazione alle prese con il precariato, la disoccupazione giovanile e l’incertezza economica, i politici sembrano parlare un linguaggio distante e inadeguato. Il risultato è una sensazione di impotenza, che porta a un crescente senso di sfiducia nei confronti di chi dovrebbe occuparsi del bene comune. La politica tradizionale sembra incapace di rispondere alle vere esigenze delle nuove generazioni. Promesse elettorali vuote, corruzione, clientelismo e uno stallo burocratico che paralizza le istituzioni sono solo alcuni degli elementi che alimentano il disincanto. Le scelte politiche appaiono lontane dalla realtà quotidiana dei giovani, che si trovano spesso a dover affrontare problemi come l’accesso alla casa, il lavoro stabile e la qualità della vita.

fonte: openpolis

La crescita di un individualismo diffuso tra i giovani ha contribuito a mettere in discussione l’efficacia e la moralità delle istituzioni politiche. In un mondo globalizzato, dove il messaggio delle piattaforme digitali supera i confini geografici e culturali, la partecipazione politica viene sempre più vista come un atto che non produce risultati concreti. La politica viene vissuta come un campo di battaglia in cui le promesse e le ideologie vengono facilmente manipolate da chi ha il potere, senza che ci sia un reale cambiamento nelle vite delle persone. L’idea che il voto possa cambiare qualcosa viene erosa da anni di fallimenti e di scelte politiche che non hanno inciso positivamente sulla vita quotidiana. Inoltre, l’influenza dei social media ha modificato il rapporto dei giovani con la politica. Se da un lato queste piattaforme offrono spazi di discussione e mobilitazione, dall’altro rischiano di alimentare una politica del “click” e della superficialità, dove le questioni più importanti vengono ridotte a slogan e hashtag. Il confronto politico perde di sostanza e si trasforma in un’eterna gara di visibilità, che distoglie l’attenzione dai veri problemi.

Un altro elemento che ha contribuito al disincanto delle nuove generazioni riguarda la crisi del modello neoliberista, che ha dominato la politica mondiale a partire dagli anni ’80. La promessa di una crescita infinita, che avrebbe dovuto portare prosperità per tutti, si è scontrata con la realtà di una crescente disuguaglianza sociale, di una crescente precarizzazione del lavoro e di un inquinamento ambientale che minaccia il futuro del pianeta.Molti giovani si sono resi conto che il sistema economico e politico in cui vivono non risponde più ai bisogni delle persone, ma si concentra su logiche di profitto e di accumulazione del capitale. Le difficoltà economiche, unite alla percezione che la politica non faccia nulla per risolvere i problemi strutturali, spingono le nuove generazioni a diventare sempre più ciniche nei confronti dei politici e delle promesse elettorali.

fonte: openpolis

Nonostante il disincanto nei confronti della politica tradizionale, le nuove generazioni non sono completamente apatiche. Molti giovani si stanno infatti orientando verso nuove forme di partecipazione politica, come il volontariato, le proteste, i movimenti sociali e la mobilitazione attraverso i social network. Movimenti come Fridays for Future, che lotta per la giustizia climatica, o i movimenti per i diritti delle donne e delle minoranze, dimostrano che i giovani sono ancora disposti a impegnarsi per un cambiamento, ma spesso fuori dalle strutture tradizionali. Tuttavia, queste forme di impegno politico non sempre si traducono in un’azione concreta che possa influenzare le decisioni politiche. La sensazione che la politica tradizionale non possa o non voglia cambiare nulla persiste, alimentando il disincanto generale. Ciò che manca è una visione politica che sappia rispondere alle sfide del futuro, in grado di superare le divisioni ideologiche e creare soluzioni pratiche per le problematiche concrete della società.

Il disincanto delle nuove generazioni verso la politica non è il risultato di una semplice indifferenza, ma una risposta a un sistema che appare lontano e incapace di risolvere i problemi reali della vita quotidiana. La sfiducia nei confronti delle istituzioni tradizionali è alimentata dalla percezione che la politica sia un gioco di potere che non tiene conto delle esigenze delle persone. Tuttavia, questo disincanto non significa che i giovani non siano interessati alla politica: piuttosto, rappresenta una ricerca di nuovi modi di partecipazione e un appello a una politica che sappia rispondere alle sfide contemporanee con coraggio e innovazione. Se la politica tradizionale non saprà rispondere a questa domanda di cambiamento, rischia di perdere definitivamente la fiducia delle nuove generazioni.

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