DeepFake. La tecnologia che va oltre.

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Negli ultimi anni, la tecnologia dei deepfake è emersa come una delle più potenti e al contempo inquietanti innovazioni nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA). I deepfake sono video, audio o immagini manipolati grazie a reti neurali e algoritmi di machine learning, che permettono di creare contenuti iper-realisti e difficilmente distinguibili dalla realtà. Questi strumenti, sebbene possiedano enormi potenzialità nel campo della creatività e dell’intrattenimento, sollevano anche gravi preoccupazioni per la sicurezza, l’etica e la stabilità della società. Per fare un esempio che tutti noi potremmo aver visto si pensi al video tra la Premier Giorgia Meloni e l’imprenditore americano Elon Musk:

Il termine deepfake deriva dalla combinazione di “deep learning” (apprendimento profondo, una branca dell’intelligenza artificiale) e “fake” (falso). La tecnologia sfrutta reti neurali chiamate “generative adversarial networks“ (GANs), che “apprendono” i tratti e i comportamenti visivi di una persona e li applicano ad un’altra, creando contenuti audiovisivi che possono sembrare assolutamente veri.

Questo loro iper-realismo comporta diversi effetti e conseguenze che probabilmente non siamo ancora consci di dover affrontare. La prima e principale minaccia è quella alla nostra amata Privacy e Sicurezza Personale dato che queste pratiche possono diffondere contenuti diffamatori o dannosi. Con la capacità di “riprodurre” il volto, la voce e i gesti di una persona, i deepfake possono essere utilizzati per creare scandali falsi come un video che sembra ritrarre una persona famosa o un politico in un comportamento inappropriato o illegale. Anche se il contenuto fosse totalmente falsificato, l’impatto potrebbe essere devastante, rovinando la reputazione e la carriera della persona coinvolta. Fortunatamente per ora, come abbiamo visto prima, le immagini create sono talmente paradossali da essere esplicitamente false, ma non sempre i fini dei deepfake sono di semplice intrattenimento. 

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Una seconda minaccia è sicuramente quella di poter manipolare le testimonianze o le prove, ovvero i deepfake possono essere usati per falsificare prove audio o video in processi legali, mettendo a rischio la giustizia e creando incertezze nelle indagini. Immaginiamo di trovarci in un processo americano con una giuria che è chiamata a scegliere per la colpevolezza di un imputato, ad un certo punto viene fornita una dichiarazione audio creata artificialmente ed esternamente convincente. Questa non può essere assolutamente ammessa, ma tantomeno può essere smentita, se non dall’imputato stesso. In questo caso sarebbe la parola di una persona contro l’altra ed il processo verrebbe compromesso. 

Infine la terza grande minaccia è quella di poter creare situazioni di violenza e molestie. Esistono già documentati casi in cui i deepfake sono stati usati per creare contenuti pornografici non consensuali, in cui il volto di una persona è stato sovrapposto a corpi di altre persone, violando gravemente la privacy e l’autonomia di chi è ritratto. La pericolosità di queste pratiche può segnare a vita un individuo sia dal punto di vista psicologico che da quello sociologico e del suo rapporto con la società, in certi casi obbligando la persona lesa a dover cambiare contesto o prendere scelte più drastiche.

Andando oltre alla privacy personale e i danni che queste tecnologie possono portare all’individuo, passiamo ai danni che i deepfake portano all’intera comunità. 

Uno degli utilizzi più pericolosi riguarda la manipolazione dell’informazione in ambito politico. La creazione di video o discorsi falsi che sembrano provenire da leader politici può avere gravi ripercussioni sulle elezioni e sulle dinamiche geopolitiche. Il primo utilizzo in ambito politico è quello per la manipolazione elettorale, ossia i  deepfake potrebbero essere utilizzati per diffondere notizie false o per screditare candidati politici, creando “video compromettenti” che inducono l’opinione pubblica a credere a qualcosa di completamente inventato. Questo potrebbe compromettere la fiducia nelle elezioni e nella democrazia stessa, inoltre diventerebbe centrale nella propaganda e per la destabilizzazione sociale: alcuni gruppi o stati potrebbero usare i deepfake per alimentare conflitti politici o sociali, diffondendo messaggi falsi o incitando all’odio, come accaduto in diversi conflitti internazionali. Non è starno infatti che in alcuni paesi non propriamente democratici, e senza una buona libertà d’informazioni, quest’ultima venga manipolata per seminare disinformazione tra le popolazioni.

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Per concludere con le problematiche che queste machine learning portano, si sollevano diverse questioni etiche e legali. Chi è responsabile quando un deepfake danneggia la reputazione di qualcuno? Le leggi esistenti sono sufficienti per proteggere le persone da questo tipo di danno, o è necessario aggiornare il quadro normativo?

Come accennavamo prima il diritto all’immagine è il primo ad essere leso, infatti chiunque può diventare vittima di un deepfake, ma l’uso non autorizzato della propria immagine in un contesto distorto rappresenta una violazione del diritto alla privacy e al decoro. Sebbene ci siano leggi che puniscono la diffamazione e l’inganno, le normative esistenti non sono sempre adeguate e sufficienti a fronteggiare i rischi unici posti dai deepfake. Molti paesi stanno cercando di adattare le leggi sulla privacy e la sicurezza informatica per tenere conto di queste nuove tecnologie, ma i tempi di risposta legislativa sono spesso lenti come ben sappiamo ed anche questa volta potrebbero dover soffrire diverse persone prima che una legislazione adeguata venga promulgata.

Quindi siamo spacciati? Fortunatamente data la pericolosità dei deepfake, sono in corso varie iniziative per sviluppare soluzioni tecnologiche e legali per contrastare questo fenomeno. La prima senza dubbio è una “tecnologia di rilevamento”, difatti le aziende tecnologiche e le università stanno sviluppando strumenti basati su IA per rilevare i deepfake. Questi strumenti sono in grado di analizzare i video e identificare anomalie nei movimenti facciali, nel linguaggio del corpo e nella sincronizzazione audio-video. Tuttavia, con l’evoluzione della tecnologia dei deepfake, anche queste tecnologie di rilevamento devono evolvere rapidamente e dunque si tratta di una continua rincorsa. Oltre alla rilevazione di queste pratiche è importante, però, anche la sensibilizzazione e l’educazione, è dunque fondamentale aumentare la consapevolezza tra il pubblico riguardo ai rischi dei deepfake. L’alfabetizzazione digitale, la capacità di riconoscere contenuti falsi e l’adozione di comportamenti di verifica delle informazioni sono essenziali per ridurre l’impatto della disinformazione. In conclusione come riportavamo prima è necessaria una adeguata legislazione che consisterebbe nell’aggiornare e implementare leggi che possano sanzionare la creazione e la distribuzione di deepfake dannosi, soprattutto quando sono utilizzati per danneggiare persone o per manipolare l’opinione pubblica.

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La pericolosità dei deepfake è una questione complessa che coinvolge vari aspetti della nostra vita quotidiana, dalla privacy alla sicurezza, dalla politica alla giustizia. Sebbene possiedano un enorme potenziale creativo, i rischi associati alla loro diffusione incontrollata sono gravi. È fondamentale che società, istituzioni e legislatori collaborino per sviluppare soluzioni efficaci che limitino gli abusi senza soffocare l’innovazione tecnologica. Solo attraverso un approccio equilibrato, che combini tecnologia, educazione e regolamentazione, sarà possibile mitigare i pericoli dei deepfake e proteggere contemporaneamente il diritto all’arte e all’espressione.

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