Gianni Milan dalla terra rossa a Vice Presidente della FITP

Gianni Milan dalla terra rossa a Vice Presidente della FITP

Il tennis vicentino torna alla ribalta nazionale con la promozione in serie A1 del Tennis Comunale e abbiamo voluto ascoltare la voce di un ormai autorevole esempio del tennis vicentino, Gianni Milan, ora Vice Presidente della FITP , che i campi di terra rossa nostrani ha calcato fin da giovanissimo e anche  grazie al quale questo sport ha avuto una sua evoluzione da sport di nicchia a sport che, oltre ai grandi appassionati , rivolge le sue attenzioni soprattutto ai giovani in un ottica sociale oltre che sportiva.

Vicenza ha sempre avuto una bella tradizione nei campionati a squadre, a cominciare da quando ancora da tennista giocavo in serie A prima al palazzetto di Dueville e poi in quello di Vicenza con una grande partecipazione dei circoli e dei dirigenti che hanno gravitato nel mondo tennis vicentino – dice Gianni Milan –  e questa ultima promozione è anche l’ennesima prova del grande lavoro che tutti stanno facendo, ma ritengo importante sottolineare soprattutto la riforma che abbiamo fatto in campo nazionale in questi ultimi vent’anni,, dove abbiamo inserito che all’interno della squadra c’è l’obbligo di sviluppare un lavoro a livello dei vivai giovanili e far giocare agli under 16 due singolari, quindi non solo un investimento dei circoli a giocatori di un certo livello ma anche uno sviluppo dei propri giovani

Quindi  è diventata un’operazione in profondità per lo sviluppo anche dei più giovani che approcciano il tennis

Esatto – risponde Gianni Milane per restare in casa nostra devo dire che sia i Comunali  a Vicenza che a Bassano stanno giocando con i propri giocatori con qualche rinforzo che viene da fuori, ma  stanno seguendo il concetto di curare e spendere bene all’interno del proprio territorio, del proprio circolo e del modo di lavorare. Ricordo infatti che il Bassano era in A1 e quest’anno è retrocesso e  rimane comunque una realtà importante del territorio vicentino

Un ottimo lavoro se pensiamo che al giorno d’oggi fare in modo che i giovani abbiano una attività seria che li faccia crescere anche come uomini e donne oltre che come giocatori, sta diventando quasi una priorità

Infatti il nostro obiettivo è proprio questo – risponde Gianni Milan – e in Federazione abbiamo cercato di creare questo tipo di ambiente, che sia molto professionale e nello stesso tempo cercare di avere dei ragazzi e ragazze che siano in grado di dare, oltre ad importanti prestazioni sportive, anche dei grandi esempi umani, vedi Sinner  e con lui la squadra maschile e quella femminile. Vogliamo innanzitutto essere vicini alle famiglie, che mettono in un certo qual modo in mano ai nostri circoli i loro ragazzi , sappiano che trovano un ambiente sano e con importanti valori.

Ma quali prospettive possono avere questi ragazzi in termini sportivi

Il tennis è uno sport molto difficile e arrivare ad altissimi livelli è veramente un’impresa, penso che il successo di ogni dirigente e di ogni maestro di tennis sia di portare i propri ragazzi al massimo di quello che ciascuno di loro può fare – sottolinea Gianni Milanperché ripeto è difficilissimo raggiungere certi livelli nel tennis, se pensiamo che ci sono al massimo 150 stipendi maschili nel mondo, quindi di giocatori che possono vivere e guadagnare con il tennis, senza contare che sempre nel mondo di giocatori di altissimo livello che giocano regolarmente i vari tornei sono trenta mila, ma solo quei 150 riescono ad arrivare a certi emolumenti”

 

Facciamo un po’ di amarcord e parliamo del giovane Gianni Milan, promessa del tennis giovanile vicentino, che iniziava farsi luce in anni in cui era già difficile trovare campi di tennis e anche ad arrivarci

Io sono nato quando il tennis era uno sport di nicchia – dice Gianni Milane ho avuto la fortuna di fare il raccattapalle, perché allora si viveva in un mondo dove eri circondato da persone che avevano una certa possibilità economica rispetto alle proprie e si acquisivano delle motivazioni fortissime, si subivano delle umiliazioni che tuttavia davano una grande forza , e questa veniva messa all’interno del campo di tennis per non mollare mai e riuscire ad emergere in qualche maniera contando solo sulle proprie forze. Ricordo che sono arrivato in finale al campionato under 13 organizzato dalla Gazzetta dello Sport , ho giocato nel campo centrale del Tennis Milano, ho preso la medaglia d’oro e poi ho ripreso in mano la racchetta in aprile dell’anno successivo perché a Vicenza c’era solo un pallone e non riuscivo ad avere il campo”.

Ma a Milano a 13 anni come sei andato e come sei tornato ?

Mi accompagnava il mio maestro Italo Guerra che purtroppo è scomparso – risponde Gianni Milan – e per me rinunciava alle sue lezioni private per portarmi in giro a giocare i tornei, oppure prendevo il treno e andavo da solo. Italo Guerra lo ricordo con affetto e ripeto rinunciava al suo lavoro e al suo guadagno per seguire me”

Vogliamo parlare anche della coppia di doppio Guido Prando-Gianni Milan

Il povero Guido che purtroppo prematuramente scomparso, aveva due anni più di me – racconta Gianni Milan –e  ricordo che abbiamo passato estati intere dove giocavamo anche sette o otto ore al giorno, non a palleggiare ma sempre in partite, riuscivamo a fare anche 15 set e così tutti i giorni, se ci penso delle cose incredibili, non ci stancavamo mai . Poi in città facevamo anche le sfide a biliardo, tanto per tener allenata la competizione e ricordo che andavamo a giocare in un bar vicino a casa sua, mi offriva un carciofino sott’olio, che divenne anche un rito, e poi grandi sfide anche  biliardo

Ricordiamo un aneddoto di quegli anni

Il risultato più bello– continua Gianni Milan – lo abbiamo fatto in doppio nel 1974, lui aveva 18 anni io ne avevo 16 , abbiamo fatto i campionati italiani di 3° categoria e siamo andati a giocare le finali a Brindisi, abbiamo perso per un soffio, ma quello è stato l’atto finale della nostra vita tennistica insieme perché poi  io sono passato di categoria, ma questo è un ricordo che mi tengo sempre molto stretto nel cuore, soprattutto nel ricordo di Guido

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