A cura di Mike Flanigan
Mentre si svolgono in ogni parte serate e manifestazioni di degustazione, per il grande pubblico, ma anche per gli esperti più qualificati, ce n’è davvero per tutti i gusti e tutte le tasche.
Degna di una segnalazione, la serata che si è svolta in una Enoteca di Marostica, durante la scorsa settimana: un approccio al mondo del vino visto attraverso il mondo del cinema.
Mi prendo la responsabilità di quello che scrivo perché la serata l’ho condotta io, non da solo, ma con l’ausilio della Sommelier Roberta Moresco, che ha proposto una serie di abbinamenti che hanno messo insieme il cinema, per la precisone alcuni opere cinematografiche, con alcune opere enologiche di grande calibro e rispetto. La serata aveva come titolo ‘Hollywood nel Bicchiere’, partendo dal concetto che Hollywood, è in senso generale, uguale a cinema. Il nome usato per facilità di intento, mentre il bicchiere, ebbene sì, ancora adesso, possibilmente di vetro e con forma di calice adeguata è mezzo e strumento più adeguato per degustare il vino.
Partiamo dal film o partiamo dal vino?
Contrariamente a quanto fatto durante la serata, qui partiamo dal vino, ma il percorso è certamente bidirezionale. Il primo vino è il Veuve Clicquot Cuvée Brut – Saint Petersbourg. Uno Champagne elaborato dall’ azienda della ‘Vedova Clicquot’, nato per ricordare il percorso fatto da questo fine spumante, all’inizio del XIX secolo, fatto arrivare, nonostante le sanzioni ed i blocchi del tempo,fino alla corte degli Zar a San Pietroburgo in Russia.
Abbinamento facile in questo caso, il recentissimo Madame Clicquot, di Thomas Napper, offertoci da una coproduzione Franco-Inglese- Americana, ci ha permesso di degustare le bollicine della ‘Vedova’ e parlare del film, interpretato tra gli altri da Haley Bennett e Tom Sturridge.
Il film narra le vicende della prima donna totalmente ‘imprenditrice’ del mondo del vino, quasi due secoli fa, di Nicole Barbe Ponsardin. la ‘Veuve-Vedova’. Donna tenace, risoluta, giovane e sola che contro tutto e tutti, si mette in gioco totalmente, per poter far rivivere il visionario progetto enologico del marito, morto suicida. L’eredità è pesante ed è molto contrastata, ma la forza di volontà ed il coraggio non sono mai mancate, la spinta ed il carattere personale, non possono essere fermati.
Il secondo vino proposto, uno Chardonnay di Robert Mondavi, vino della California, millesimo 2021, un monovitigno al 100 per cento prodotto in Napa Valley, espressione dichiaratamente filo francese, dell’illuminato produttore USA. Grandi profumi, articolati aromi tipici, che richiamano in parte l’utilizzo delle botti di legno durante l’affinamento e l’invecchiamento.
Lo chardonnay è stato utilizzato per ricordare la vicenda, storia vera, descritta da ‘Bottle Shock’ film del 2008, titolo doppiato in ‘Napa Valley – Un’ottima annata’ sul mercato italiano.
Come hanno fatto i vini americani a diventare famosi? Nel 1976, anno cui il film si riferisce, si produceva vino in California, ma si vivevano le vicende enologiche più con la visione del ‘brutto anatroccolo’ che con previsioni imprenditoriali. Una vicenda simpatica, girata tutta in Napa Valley oltre che in Francia, con l’underdog’ che contro tutti i pronostici alla fine vince il campionato.
Spirito sportivo, tipicamente hollywoodiano. Alla degustazione alla cieca all’Accademia del Vino di Francia, lo chardonnay californiano, sbaraglia la concorrenza francese, che gioca in casa e risulta il migliore. Celebre la battuta del film. “se i francesi dovessero perdere con gli americani potrebbero reinstaurare la ghigliottina”. Non è successo comunque, tranquillizzatevi!
Il vino rosato, è molte volte poco considerato. E’ discriminato, riceve attenzioni da ‘figlio di minore di un Dio minore’, mentre la sua ricchezza si manifesta alla grande, nella sua particolare dimensione cromatica e per le sfumature a volte esaltanti nei colori e nei profumi. Generalmente di facile beva ha forse bisogno di una attenzione più precisa da parte del consumatore, che non ne riconosce sempre la qualità nel bicchiere.
Un rosato della Provenza, ‘Whispering Angel’ (il sussurro dell’angelo) delle ‘Caves d’Eclan’, cantina dove questo magico blend di vitigni tipicamente provenzali e non solo, il ‘grenache’, il ‘cinsault’, il ‘mourvedre’, ed il ‘rolle’ vengono sapientemente elaborati e miscelati con una ‘agricoltura ragionata’. Ricco e cremoso questo rosato, è stato il mezzo che ha permesso l’abbinamento con ‘Un’ ottima annata’ ‘ A Good Year’ di Ridley Scott, grande successo del 2006.
Ambientato tra la City di Londra e la variopinta regione del sud della Francia, ripercorre la materializzazione dei ricordi di Max Skinner (Russell Crowe), che si intrecciano con Fanny Chenal (Marillon Cotillard,) in memoria dello Zio Henry (Albert Finney), padre di Christie, figlia tardivamente riconosciuta di Zio Henry. Le memorie fanciullesche di Max bambino, interpretate da Freddy Highmore. Un film che trova sempre un grande riscontro quando ripassa in TV ed ancora richiesto e rivisto sulle piattaforme digitali e di streaming. Un binomio perfetto, il film ed il vino rosato, sebbene al centro della pellicola c’era un corposo vino rosso prodotto elaborato nel fantomatico ‘Chateau Siroque’, ne siamo consapevoli.
Il pinot nero è ‘tormento ed estasi’, o piace in maniera appagante e coinvolgente oppure piace di meno, in confronto ad altri vitigni ed elaborazioni risulta essere compulsivo ma piacevole e rasserenante. Il Pinot Nero Riserva di Tiefenbrunner – Linticlarus del 2020 – Alto Adige, ci è servito per abbinarlo alla descrizione, alla scelta di Miles (Paul Giamatti) interprete nella pellicola del 2004, SIdeways- In Viaggio con Jack, tratto dal romanzo di Rex Pickett. Anche questo film è ambientato in Napa, dove il ‘vino è poesia imbottigliata ‘.
Andatevi a vedere cosa pensa Miles del Pinot Nero vs. il Cabernet, una descrizione più appropriata non c’è. Su YouTube è visibile la versione doppiata in italiano. Vedetevi il film, è spassoso e divertente, ma è anche profondo, ottimo con il Pinot Nero di cui sopra. Provare per credere.
Alla fine, una chiusura di altissimo lignaggio, un ‘Le serre nuove dell’Ornellaia’2021-Bolgheri Doc Rosso. Non ha bisogno di presentazioni, una graffiante potenza nel calice con i suoi 14,5° alcolici un ‘Super Tuscan’ fiore all’occhiello della tenuta che si trova nel territorio di Bolgheri.
Un toscano, giusto finale, da abbinare al finale di ‘Lettere a Giulietta’ Letters to Juliet – del 2010. Una storia romantica, girata tra New York, Verona e la Toscana. Interpretata oltre che da Amanda Seyfried e Vanessa Redgrave le due protagoniste, da una lunga serie di attori/attrici anche italiani, tra cui Franco Nero, Fabio Testi, Luisa Ranieri, Marina Massironi, Milena Vukotic e Luisa De Santis.Per passare un paio d’ore e sognare buoni sentimenti e perché no, anche una grande seconda occasione.
“Cosa e se, avessi una seconda occasione di trovare il vero amore?” La locandina del film chiede come sottotitolo. In realtà il film ha funzionato davvero per 2 degli interpreti, che dopo una storia a cavallo degli anni 60 e 70, molto conflittuale e travagliata, alla fine delle riprese del film, dopo 50 anni, si sono ritrovati e sono convolati, c’è da dire finalmente, a giuste nozze. Vanessa Redgrave e Franco Nero si sono davvero sposati. Il racconto del film si intreccia e si consolida partendo dalle lettere lasciate dalle visitatrici ‘sognanti il grande amore’ che giorno dopo giorno, anno dopo anno, visitando la casa ed il balcone di Giulietta a Verona lasciano le loro pene d’amore scrivendo alla loro ‘eroina’ messaggi a volte inconsolabili. Sembra che funzioni!
Ci saranno altri vini e ci sono altri film, magari alla prossima volta. La vita continua…CIAK AZIONE!!!!
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