La storia del legame tra la R di Lanerossi Maglierie e la società del Vicenza Calcio è divenuta ormai un simbolo unico. Questo rapporto nasce nel 1953 quando l’azienda di Schio acquisisce il Vicenza e si fortifica grazie alla crescita della squadra, come quella del panorama sociale ed economico dei quel periodo.

La Lanerossi era un gigante del settore tessile italiano, un’impresa fondata nel 1817 a Schio da Gaetano Rossi ed Eleonora Pasini. L’azienda divenne famosa per la produzione di lana e filati di alta qualità, acquisendo una posizione dominante sul mercato europeo e non solo. Negli anni ’50 del novecento, però, la Lanerossi non era più solo un’industria tessile, ma un vero e proprio colosso economico che aveva bisogno di diversificare per consolidare la sua posizione. Negli stessi anni, la città di Vicenza, pur essendo un centro di grande importanza industriale e culturale, non aveva ancora una squadra di calcio di grande rilievo a livello nazionale. Il Vicenza Calcio, fondato nel 1902, era una squadra che aveva vissuto momenti alterni tra Serie B e C, ma non era riuscita a decollare a livello di grande club.

Fu nel 1953 che la Lanerossi decise di acquistare una parte significativa del Vicenza Calcio. Non si trattava solo di un’operazione economica, ma di una strategia di marketing e di espansione per l’azienda. La Lanerossi, infatti, aveva capito che il calcio era un potente mezzo di visibilità e di promozione, non solo per il marchio stesso, ma anche per diventare parte integrante del tessuto sociale e culturale di Vicenza e della regione. All’epoca, il calcio italiano era molto popolare, e il legame tra industria e sport stava diventando un fenomeno sempre più evidente. Altri club italiani come l’Inter e il Milan avevano già un forte sostegno da parte di grandi imprese, e la Lanerossi si affacciò con coraggio e determinazione al panorama calcistico.

Nel 1956, l’azienda decise di formalizzare la sua presenza nella squadra con un’operazione molto importante: il Vicenza Calcio cambiò nome in Lanerossi Vicenza. Fu un passo fondamentale, poiché il club non solo diventava ufficialmente una “filiale” del marchio Lanerossi, ma acquistava anche una nuova identità che combinava l’orgoglio della città con il potere industriale dell’azienda (simile ai progetti RedBull, in cui acquisiscono società sportive in giro per il mondo). Il logo del club, con la “R” stilizzata, divenne il simbolo di una squadra che rappresentava non solo una città, ma anche un’eccellenza industriale. La lettera “R” diventò immediatamente riconoscibile, simbolo della potenza della squadra e dell’importanza del legame tra l’industria e il calcio. Le maglie del Lanerossi Vicenza erano quindi impreziosite da questo simbolo, che legava il destino della squadra e quello dell’azienda in un unico grande progetto.
Con l’appoggio finanziario della Lanerossi, il Vicenza iniziò a fare progressi significativi. Le risorse economiche permisero di migliorare le strutture del club e di ingaggiare giocatori di qualità, in grado di elevare il livello della squadra. Nel 1954, la squadra raggiunse la Serie A, un traguardo importante che segnò una svolta per il club. In quegli anni, la squadra fu allenata da tecnici competenti e, tra i giocatori più noti di quel periodo, tra cui anche Giovanni Trapattoni, che giocò nel Vicenza negli anni ’60, prima di diventare uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio.

L’apice della collaborazione tra Lanerossi e il Vicenza Calcio arrivò tra gli anni ’60 e ’70, un periodo che vide il Lanerossi Vicenza protagonista nel calcio italiano. Nel 1978, la squadra vinse la Coppa Italia, un successo che rappresentò il culmine della sua carriera tra le grandi squadre italiane. Questa vittoria fu storica non solo per il club, ma anche per la città di Vicenza e per la Lanerossi, che con il calcio si era affermata come un punto di riferimento culturale ed economico. In quegli anni, la squadra raggiunse anche il secondo posto in Serie A nella stagione 1977-78, sfiorando il titolo italiano, e si fece notare per il suo stile di gioco brillante. Il legame con la Lanerossi, che sosteneva finanziariamente e moralmente la squadra, contribuì notevolmente alla crescita del club.

Tuttavia, con gli anni ’80 e i cambiamenti nel calcio italiano, il legame tra la Lanerossi Vicenza e l’azienda iniziò a indebolirsi. L’azienda attraversò una fase di ristrutturazione e di difficoltà economiche, che culminarono con la sua vendita a un altro gruppo industriale nel 1986. Anche la squadra di calcio iniziò a perdere la sua centralità e a vivere periodi difficili. Nel 1986, quando la Lanerossi cedette il Vicenza Calcio, la squadra cambiò nome in Vicenza Calcio senza più il suffisso “Lanerossi”. Nonostante ciò, il segno di quel legame storico rimase impresso nella memoria collettiva dei tifosi, e ancora oggi la “R” di Lanerossi è ricordata come un simbolo di orgoglio e di appartenenza. Fortunatamente nel 2018 con l’acquisizione del Vicenza, fallito il gennaio dello stesso anno, da parte di Renzo Rosso, la R è tornata centrale nel nome (LR Vicenza) e nel logo.

Il legame tra la R di Lanerossi e il Vicenza Calcio è rimasto una delle storie più emblematiche del calcio italiano, un esempio di come l’industria possa diventare un motore fondamentale per il successo sportivo. La Lanerossi non solo ha dato un contributo finanziario al Vicenza, ma ha anche creato una nuova identità per la squadra, che è ancora ricordata dai tifosi come una delle epoche d’oro della squadra.
Anche se il legame ufficiale è terminato, l’eredità di quel periodo è ancora viva nel cuore dei tifosi e nella squadra, che continua a essere chiamata affettuosamente “Lanerossi” da tutti i vicentini che talvolta legano anche il proprio corpo alla società con il tatuaggio simbolico della R.
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