Mercoledì con Beethoven Diario Intimo delle 32 sonate per pianoforte

Mercoledì con Beethoven Diario Intimo delle 32 sonate per pianoforte

Ritorna al Teatro San Marco a Vicenza , mercoledì 23 aprile alle ore 20,30 l’incontro con il maestro Giorgio Agazzi che andrà a proporre nuove pagine delle opere di Beethoven.

Giorgio Agazzi nato a Vicenza ha iniziato gli studi musicali con la prof.ssa Rizzato Dall’Amico, proseguendoli dal 1966 presso il Conservatorio B. Marcello di Venezia diplomandosi con il massimo dei voti e lode sotto la guida di Vincenzo Pertile (allievo di Arturo Benedetti Michelangeli ).

Oggi vive a Mestre ma ritorna nella sua città per il suo progetto dell’esecuzione delle 32 sonate di Beethoven in 7 serate  nello storico teatro S. Marco di Vicenza.

Ascoltare questo corpus definito IL NUOVO TESTAMENTO ( mentre i 48 preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato di Bach vengono definiti L’ANTICO TESTAMENTO) è occasione molto rara – dice Giorgio Agazzi –  soprattutto se pensiamo che la cadenza dei concerti è settimanale .Per me è un ritorno a casa, pensando agli anni di studio all’Istituto Canneti e poi come professore nella locale sezione staccata del Conservatorio B:Marcello di Venezia. Le molte esibizioni pubbliche nello storico Auditorium Canneti per Agimus, Società del Quartetto, Amici della Musica, Teatro Olimpico e tantissimi ascolti di grandi solisti di passaggio nella nostra città. I ricordi vanno dal 1972 – prosegue Giorgio Agazzi – in cui Wolfango Dalla Vecchia organizzò una Piccola Stagione Vicentina puntando su artisti della città, come il violinista Vittorio Graziadei, la pianista Amalia Tadiello, il violoncellista Pedrollo, il pianista Antonio Rigobello con cui eseguimmo ( in prima audizione ) la sonata di Bartok per 2 pianoforti e percussione. Rimangono nella mia memoria i molti incontri umani e musicali che hanno caratterizzato la mia giovinezza e di cui sono grato alla mia prima Insegnante Amalia Rizzato dall’Amico cui dedico questi concerti con affetto e gratitudine

Il progetto “Mercoledì con Beethoven , Diario Intimo delle 32 sonate per pianoforte” si sta svolgendo  al Teatro San Marco a Vicenza e si propone di sviluppare una conoscenza delle opere di Beethoven ciascuna delle quali avrà il suo specifico commento, quasi a creare un intimismo nell’ascoltare e maggiormente apprezzare anche con cenni storico/musicali dove necessitano le varie sonate del grande Maestro con la suggestione e le emozioni che sa far scaturire dal pianoforte il maestro Giorgio Agazzi creando il perfetto equilibrio tra musica, strumento ed esecutore. 

Giorgio Agazzi riesce a mettere in risalto tutte le varie peculiarità e il fluire dell’armonia di Beethoven e riesce con semplici spiegazioni a farti arrivare a cogliere i motivi, gli accordi fino alle singole note del racconto musicale del grande maestro tedesco, e anche nel presedente concerto ha dato prova della sua squisita tecnica  musicale, quelle mani che si incrociano a cercare il canto con la sinistra e magari l’ultima nota bassa profusa con solennità e pienezza del suono con quella destra rendono la sonata ancora più magistrale ed emozionale dell’armonia del suono. Impeccabili i bis di Chopin che con La Berceuse  hanno pure commosso.

23 APRILE 2025 sonate op. 22 – op.27 n.2 – op. 106 Hammerklavier

La sonata op. 22 è definita “grande sonata” e rivaleggia in durata con l’op. 7 e l’op. 106È . Ha 4 tempi il secondo è un Adagio con grandissima espressione , seguito da un Minuetto e un Allegretto molto cantabile che ricorda l’ ultimo tempo dell’op.7.. La sonata celeberrima “Al chiaro di luna”

 (anche troppo secondo Beethoven che preferiva l’op. 78) dall’Adagio sostenuto potrebbe essere considerata in 2 tempi col secondo un’introduzione allegro finale.

La sonata op. 106 “Hammerkavier” ( per pianoforte a martelli) è la “grande sconosciuta” ( così la definisce Ernesto Paolo e nel suo grande studio a lei dedicato) grandiosa non solo per l’ampiezza dei suoi 4 tempi , un Allegro iniziale seguito dall’Adagio ( che ricorda il movimento lento della Nona sinfonia dalla grande spiritualità), uno scherzo un’introduzione all’Allegro con una fuga molto compressa. Ad un certo punto uno squarcio in cui Beethoven cita un passo dalla Missa Solemnis ( il momento più toccante )per poi riprendere il cammino e concludere. Opera scritta in grandi ristrettezze materiali è di difficilissima esecuzione ma proprio da una grande sofferenza è nata questa musica delle sfere per portarci ad altezze mai provate fino a questo momento, con tutto il nostro affetto e riconoscenza.

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