Una donna non si tocca nemmeno con un fiore

Una donna non si tocca nemmeno con un fiore

      di Mario Giulianati

La violenza è sempre un fatto negativo soprattutto se  la si esercita al femminile. Questo va scritto sulla pietra.  Si sentono e si leggono, anche sì “vedono”, infinite affermazioni sulla negatività del femminicidio. Oltre le parole servono anche dei fatti. Non entro nel tema/problema   della accentuazione delle pene.

Quando viene erogata una pena significa purtroppo, semplicemente che il dramma è già avvenuto. Quindi lo sforzo che   va fatto  è quello  di individuare  al più presto  e applicare   da subito sistemi e strategie per prevenire , ma non ci si può  rifugiare  nell’assegnare al mondo della scuola il compito di farlo per  poi sentirsi la  coscienza a posto.

In primo luogo va  chiarito  che alcuni decenni fa è partita  una  campagna  di demonizzazione di ogni forma  di  pensiero che poteva essere identificato con una “ideologia”- In realtà  si fece tabula rasa  sugli ideali in generale – Ossia  si  rasero al suolo tutti i paletti che, in qualche modo, parevano impedire la esercitazione della “libertà”, sotto ogni profilo e  senza più un qualche riconoscibile confine,  con il risultato che nel giro di una generazione questo confine  venne interpretato, magari inconsciamente, come non esistente nemmeno tra il riconoscimento di quello che è il bene  dal male.

Una delle chiavi di volta del sistema era   quello che il nucleo fondamentale di una società era la “Famiglia”; una seconda chiave di volta era la “Patria” e la terza era identificata con “Dio” ovvero con la religione intesa come una gabbia, specie nella liturgia, che imprigionava la coscienza delle persone.

Quindi “Dio, Patria, Famiglia” era inteso come un messaggio nemico della libertà. Tradotto in termini molto semplici tutto questo viene attaccato e spesso distrutto.  A questo punto abbiamo il deserto.

Nessun paletto, nessun confine, nessun limite, totale libertà per tutto quello che l’individuo desidera. Che alcune strutture dovessero essere ridisegnate è certo, ma se si toglie di mezzo in una costruzione un pilastro, materiale o a maggior ragione se si tratta di valori, lo si deve sostituire con qualche altra cosa che regga una rinnovata struttura.

Se non lo si fa una struttura materiale crolla rumorosamente, una struttura basata su valori esplode.

Un vecchio e saggio detto popolare ci ricorda che “Una donna non si tocca nemmeno con un fiore” .

Necessita, a parer mio, che questo semplice concetto venga riproposto ma non solo agli adulti di oggi anche ai ragazzini, direi fin dalle elementari, se non prima. Intendo dire che semplici gesti o minimi concetti debbono essere insegnati fin dalla più tenera età. Non sconvolgono la mente di nessuno ma abituano al rispetto verso altri, e nello specifico verso la donna .

Cedere il passo a una donna, salutarla con garbo, aiutarla a portare dei pesi, cedere il posto a sedere in teatro oppure in altre circostanze, non sono formule astruse che possano sconvolgere la mente di un fanciullo, lo abituano semplicemente ad avere un comportamento civile. Niente di eroico o di trascendentale, semplicemente buona   educazione.

 Così il non dire parolacce, e non urlare, abitudine assai diffusa, ma parlare con semplicità e chiarezza, son tutte cose che possono essere insegnate fin dall’infanzia.

Mi si può chiedere che cosa serva tutto ciò in riferimento alla valanga di femminicidi che ci sta travolgendo? Molto più di quanto non si pensi. È un modo, non certamente il solo e nemmeno risolutivo  del  dramma del  femminicidio,  che crea nella persona, e nel tempo, magari inconsciamente, una capacità di autocontrollo.

Si afferma da più parti che necessita, per combattere questa tragica “malattia”, una crescita culturale della società. Perfettamente vero, ma questa dei piccoli passi va proprio in tale direzione.

 Come vi sono pestilenze che si combattono con la personale e generale igiene (per il Covit 19 si insisteva dovunque e comunque che era cosa buona lavarsi spesso le mani) anche per questa peste è bene lavare il linguaggio e i comportamenti, fin dalla più tenera età.

Se  vi è un sostitutivo del trinomio Dio, Patria, Famiglia, ( che pare essere  uno slogan di regime) basterebbe che il messaggio da trasferire  ovunque sia un binomio : “reciproco rispetto“. Sembra poca cosa il realizzarlo ma sarebbe uno sconvolgimento  di tutta la nostra, attuale, società.

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