Villa Valmarana Bressan tra misteri e leggende

Villa Valmarana Bressan tra misteri e leggende

L’austera e asciutta semplicità architettonica di Villa Valmarana-Bressan ,la terza costruita da Andrea Palladio tra il 1542 ed il 1546 per la famiglia Valmarana cela al suo interno misteri e leggende tutte da raccontare. Nata come dependance dell’altra villa appartenente ai Valmarana venne acquisita nel 1908 dalla famiglia Bressan.

Nell’ala orientale, che è la più remota della casa, si trovano due stanze: nella prima, considerata la sala dei misfatti, non erano presenti finestre, c’era un profondo pozzo che terminava con delle lame e qui’ venivano gettati i nemici o le donzelle che frequentavano i nobili, ma che non dovevano essere riconosciute. Coperto da un pesante sigillo in legno entra nella leggenda, da quando fu fatto chiudere a metà del Settecento dai Valmarana stessi.

La sala è caratterizzata da un fregio particolare rappresentante la forza e la caparbietà nell’animale del muflone. Ma secondo la nuova mitologia rappresenta il diavolo con le corna. Le finestre, aperte successivamente, hanno rappresentato una via di fuga per le anime gettate nel pozzo che erano finalmente libere di aggirarsi per i campi. Non a caso, in corrispondenza del pozzo proprio al centro della sala nel soffitto è affrescato il Ratto di Proserpina.

Nella seconda stanza abbiamo immagini di caccia, ma anche quì troviamo un messaggio nascosto: il bufalo e il toro, sono animali con le corna e quindi un ulteriore richiamo al signore del male. La tigre rappresentata è invece la forza, la veemenza e l’aggressività, caratteristiche che possono ricondurre alle azioni e attività dei personaggi che abitavano la villa. Una porticina si apre su un tunnel profondo circa 2 metri che collegava questa villa con l’altra e le azioni più spregevoli sembra venissero trasportate da una villa all’altra attraverso questo passaggio oscuro che celava i misfatti più nascosti e abietti.

Dal salone centrale si dipartono tre salette per lato e in una di queste, che era una camera da letto, compare ogni tanto una macchia d’acqua proprio al centro. Una giovane donna, forse una delle figlie di Antonio Valmarana, sparisce in circostanze misteriose e la leggenda vuole che si sia innamorata di uno stalliere che scomparve a sua volta, probabilmente gettato nel pozzo una volta scoperta la relazione. Una notte la ragazza si incamminò verso il laghetto presente nel giardino e si suicidò. Lo spirito della giovane gira ancora in queste stanze e la presenza della macchia d’acqua è la sua apparizione.

Al piano superiore ci sono i granai che occupano un’area di circa 400 mq con 9 rampe di scale fatte di legno, pietra e calce. In una delle stanze, utilizzata inizialmente come dispensa, poi come allevamento dei bachi da seta ed infine deposito della canapa, negli anni 60 i Bressan ospitarono un orfano proveniente dalla chiesa di San Rocco di Vicenza che alla fine resterà per un anno intero. A Livelon morirà affogato in uno dei tanti corsi d’acqua presenti. La presenza di quel giovane è ancora avvertita in Villa.

Nel soppalco della Villa si avverte una terza presenza che resta un innominato morto probabilmente per un colpo al collo. In questo museo, che è stato ricreato con tutti gli attrezzi di lavoro e gli oggetti dell’epoca, rumori di  oggetti che cadono, finestre che sembrano aprirsi pur essendo ermetiche o altre stranezze si manifestano pur senza disturbare coloro che sono ancora in vita.

Anche all’esterno sembra siano state avvertite numerose presenze. Dovrebbero essere presenti una pietra tombale che rappresenta la porta del male, ma che venne ricoperta da una gettata di cemento e una fossa comune.

Negli anni 50 i Bressan stavano facendo dei lavori e trovarono delle ossa umane che potevano essere i frati che avevano abitato la villa quando erano scappati da Monteberico durante i bombardamenti del 1944 a Vicenza o  persone morte durante una delle innumerevoli pestilenze.

La fossa venne ricoperta e tutto ad oggi è rimasto com’era.

Nel silenzio delle sparizioni e nei misteri che avvolgono le morti non risolte, la verità resta ancora nascosta nell’ombra, ma pronta a emergere quando meno ce lo aspettiamo!

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