La violenza domestica è un fenomeno purtroppo molto frequente e a farne le spese non sono solo le madri-vittime ma anche i bambini, spettatori involontari impotenti o vittime a loro volta.
Quando la violenza è vista dagli occhi di un bambino si parla di ‘violenza assistita’. Il CISMAL (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia) ha definito la violenza assistita come “…l’esperienza, da parte del minore, di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o affettivamente significative. La violenza domestica ha assunto negli ultimi anni dimensioni preoccupanti, ciò nonostante, rimane ancora un fenomeno sottovalutato e silente. Durante la pandemia di Covid 19 si è registrato un incremento del 20% degli episodi di violenza domestica. In particolare nei mesi maggio-giugno del 2020, le telefonate ai numeri di soccorso sono aumentate del 120%. La maggior parte delle violenze vengono subite dalle donne. Si tratta per lo più di madri che vengono maltrattate, umiliate, insultate o picchiate davanti ai figli dai loro partner. L’attenzione rivolta alle vittime rischia di mettere in secondo piano la sofferenza e le gravi conseguenze alle quali vanno incontro i bambini che subiscono la violenza per via indiretta. I minori in questi casi subiscono e vivono quotidianamente un clima di paura e di minaccia. Assistono impotenti alla violenza e spesso vengono dimenticati, come se fossero invisibili agli occhi degli adulti (la violenza assistita viene infatti anche definita “maltrattamento dimenticato”). La violenza, come modalità di relazione, finisce per permeare completamente la loro quotidianità ed esita inevitabilmente in un pesante condizionamento sul loro pensiero e sulle relazioni che instaurano con chiunque altro. La famiglia, luogo che per essenza dovrebbe garantire loro protezione, guida, cura e dialogo, si trasforma in un vero e proprio ambiente da incubo, in un luogo insicuro, pauroso e minaccioso.
Il minore perde così i punti di riferimento fondamentali, vedendo i genitori da un lato impotenti, terrorizzati e disperati, dall’altro pericolosi e minacciosi. Spesso i bambini non sono soltanto dei testimoni della violenza subita dai propri familiari, ma diventano loro stessi vittime di trascuratezza o maltrattamento.
La violenza domestica è un’esperienza dolorosa e sconvolgente per il bambino, con conseguenze molto serie per lui dal punto di vista fisico, cognitivo e comportamentale. La paura costante, l’alto livello di stress e di tensione psicologica, cui questi bambini vengono sottoposti, possono causare deficit di crescita e danni allo sviluppo neuro-cognitivo. Possono inoltre ingenerare una cronica bassa autostima, ridotte capacità empatiche, senso di colpa, ansia, maggiore impulsività reattiva e serie difficoltà nella socializzazione. Un aspetto particolarmente grave della violenza assistita è l’apprendimento di modelli disfunzionali di genere: il figlio maschio tende a riprodurre il comportamento paterno autoritario osservato in casa, immedesimandosi a sua volta nel maschio forte, potente, dominante, mentre la figlia femmina si identifica con la madre, fragile, vittima, con bassa autostima.
Una volta acclarata una situazione di violenza domestica, è necessario mettere in atto tutte le misure di aiuto immediato nei confronti dei bambini coinvolti. Si tratta di agire in fretta per interrompere la violenza e per tentare di riparare il trauma e la sofferenza da loro subiti, cercando di impedire le più gravi conseguenze nel loro sviluppo cognitivo.
Spesso madri e bambini non affrontano con la dovuta fermezza l’esperienza di violenza che li coinvolge. Talvolta cercano di proteggersi dal dolore minimizzando o negando la gravità della situazione. Compromessa la loro relazione familiare, le madri molte volte abdicano al proprio ruolo genitoriale, consentendo una sorta di inversione dei ruoli, dove il figlio si accolla la responsabilità del loro accudimento e della loro protezione. Le azioni di contrasto alla violenza domestica non possono essere legate al mero aspetto penale e repressivo. E’ necessario che il problema vada affrontato in termini più ampi, coinvolgendo la società nel suo complesso. E’ necessario mettere in atto un grande sforzo culturale che consenta di superare gli stereotipi e i pregiudizi che ancora permangono in tema di violenza sulla donne.
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